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Le grand Claudio Magris, Prix des Dialogues sur l’Homme, à Pistoia : un regard lucide sur l’humanité…

03oct

Le Corriere della Sera du samedi 25 septembre dernier propose la vidéo d’une interview du grand Claudio Magris, né le 10 avril 1939 à Trieste,

sous le titre «L’uomo? Creatura che sconquassa»,

à l’occasion de la remise, à Pistoia, de il Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo

Magris: «L’uomo? Creatura che sconquassa»

Magris: «L’uomo? Creatura che sconquassa»
Allo scrittore è stato assegnato a Pistoia il Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo

Sabato 25 settembre, in piazza del Duomo a Pistoia, lo scrittore e giornalista Claudio Magris ha ricevuto il Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo, istituito nell’ambito del festival di antropologia del contemporaneo Pistoia – Dialoghi sull’uomo, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto da Giulia Cogoli. In questo video, registrato in questa occasione, lo scrittore riflette su una possibile definizione di uomo. Il Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo è conferito a una figura del mondo culturale che con il proprio pensiero e lavoro abbia testimoniato la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane e contribuito a migliorare il dialogo e lo scambio interculturale. La giuria formata da Lorenzo Zogheri, Giulia Cogoli, Marco Aime, Adriano Favole e Luca Iozzelli – a cui è dedicata l’edizione 2021 del festival – ha così motivato il riconoscimento allo scrittore :

«Intellettuale europeo e cittadino del mondo, di cui è stata autorevolmente sottolineata in questi anni l’“identità plurale”, che gli ha guadagnato grandissima fama come lucido testimone della nostra epoca alla deriva. Insigne germanista, originale e grande scrittore, intenso e commovente drammaturgo, poliedrico saggista con forte caratura etica che si esprime anche negli interventi giornalistici, fine traduttore, appassionato e instancabile viaggiatore, Magris rappresenta al meglio l’immagine plurale della letteratura europea. In un’epoca in cui muri e confini anziché dissolversi rinascono subdolamente, Claudio Magris, con i suoi scritti e con il suo impegno intellettuale, testimonia costantemente l’importanza del dialogo come strumento primo della convivenza».

Dopo la cerimonia di premiazione, Magris ha tenuto una conferenza con lo scrittore Paolo Di Paolo dal titolo «Quando comincia l’uomo ?».

Voici cette vidéo.

La lucidité de Claudio Magris fait honneur à l’humanité…

Ce dimanche 3 octobre 2021, Titus Curiosus – Francis Lippa

 

Quelques pas dans Rome : du côté de l’église Santa Barbara dei Librai…

24mai

En parcourant la presse des quotidiens de ce lundi de Pentecôte,

sur la page du Corriere della Sera,

je tombe sur un très intéressant petit article intitulé « Largo dei Librai e Santa Barbara per ricordare i primi tipografi« .

Le voici :

Largo dei Librai e Santa Barbara per ricordare i primi tipografi

Pochi anni dopo l’invenzione del tedesco Johannes Gutenberg, a Roma si stampavano già migliaia di libri

Largo dei Librai e Santa Barbara per ricordare i primi tipografi
Santa Barbara dei Librai (foto Claudio Guaitoli)

Aprite Google Maps sul vostro computer e digitate via di Grotta Pinta a Roma. Se non avete la possibilità di usare un computer, aprite una vecchia cartina di Roma e cercate la stessa strada.

Seguendo con lo sguardo il semicerchio che si forma da largo del Pallaro a piazza dei Satiri e che si allarga alle sue spalle fino alla linea immaginaria che unisce via dei Giubbonari a via del Biscione, avrete davanti agli occhi lo spazio occupato dalla grande gradinata del Teatro di Pompeo _ oui. Non riusciamo neanche a immaginarcelo passeggiando per gli stretti vicoli con cui la Roma medievale si è progressivamente «mangiata» le tracce imperiali, inglobandole in un disegno che possiamo solo intuire. Proprio passeggiando lungo via dei Giubbonari verso Campo de’ Fiori si apre alla vostra destra un piccolo spazio triangolare che prudentemente non è stato mai chiamato piazza, ma largo dei Librari _ absolument…

Facciamo un passo indietro : se il tedesco Johannes Gutenberg aveva inventato la stampa a caratteri mobili (in Europa, perché in Asia la usavano da secoli) nel 1455, a Roma le prime tipografie vennero avviate subito dopo. Proprio due tedeschi, Giovanni Besichen e Marcello Silber, detto Frank, si installarono in questo angolo del centro di Roma : furono i secondi a impiantare una tipografia. I primi venivano proprio da Magonza, la città di Gutenberg, ed erano suoi allievi : già nel 1464 Ulrico Halin, Arnoldo Pannartz e Corrado Schweinheim erano arrivati a Subiaco, ospiti del monastero di Santa Scolastica. Pochi anni dopo riuscirono a farsi dare un fondo sul retro di Palazzo Massimo alle Colonne e a stampare i primi libri, le Bibbie, il De Oratore e le lettere di Cicerone, Sant’Agostino. Grazie all’infinita curiosità di un bibliotecario del XIX secolo, Costantino Maes, sappiamo che nel solo 1472 le tipografie dei tedeschi a Roma stampano 12.475 libri. Un’enormità.

Questo facevano i primi «librai», tanto da costituirsi nel 1600 in confraternita _ voilà _ e scegliere come sede la chiesetta di Santa Barbara, loro concessa da papa Clemente VIII. Un provvidenziale incendio nel 1634 creò lo slargo che ancora vediamo e su cui si affaccia Santa Barbara dei Librai. Una lapide datata 1638 e oggi scomparsa ricordava che quest’area era di proprietà della Confraternita dei Librai che si sarebbe sciolta nel 1878.

Anche la chiesetta, edificata nell’XI secolo per volere di Giovanni de Crescenzo de Roizo (Lorenzo), prefetto di Roma ai primi dell’XI secolo, di cui sappiamo poco, ha avuto una storia tormentata. Da Leone X Medici a Sisto V Peretti fu sede di titolo cardinalizio, ma subì un degrado che portò nel XX secolo a sconsacrarla e ridurla a magazzino. Solo un recente restauro ha consentito di restituirla alla destinazione religiosa. E a ricordarci l’omaggio che dobbiamo ai primi stampatori.

En ce délicieux minuscule coin de Rome qu’est le Largo dei Librai, niché au sein du déjà très sympathique quartier du Campo dei Fiori,

se trouve aussi une sorte d’institution culinaire, sinon gastronomique, populaire romaine _ très courrue _,

le tout petit restaurant Dar Filettaro a Santa Barbara ;

sur lequel voici, par exemple, un petit article ramassé sur le Net _ il est daté du 22 mai 2018, mais me semble demeurer d’actualité… _, intitulé « Manger un filetti di baccalà à Rome dans le resto culte «Dar Filettaro»« .

Manger un filetti di baccalà à Rome dans le resto culte «Dar Filettaro»

Dar Filetarro Filetti di Baccala Rome

Quels sont les restaurants renommés à Rome ? Lequel d’entre eux est typiquement romain ? Loin d’être chic, même plutôt délabré, et pourtant déjà ouvert depuis plus de 100 ans, le restaurant « Dar Filettaro a Santa Barbara » est une institution _ oui _ à Rome. Il est connu pour servir le meilleur poisson frit à cent lieues à la ronde. Pour manger un bon filetti di baccalà, il n’est pas rare de devoir faire la queue parmi les touristes et les locaux qui se massent au Largo del Librari, 88. Cet article vous dit tout sur les saveurs du célèbre poisson frit et sur ce qui vous attend au Dar Fillettaro.

Qu’est-ce que le filetti di baccalà ?

C’est l’une des spécialités romaines : du poisson enveloppé dans une pâte tendre et frit dans de la graisse végétale. La recette est issue de la cuisine traditionnelle juive _ le quartier du Ghetto est tout proche. Lui aussi comporte quelques merveilleux restaurants populaires, dont l’extraordinaire Sora Margherita, et une extraordinaire pâtisserie : la Pasticceria Boccione : deux incontournables des délices romains ! Le poisson utilisé est la morue, importée de Norvège et conservée dans du sel. Avant la préparation, la morue est plongée dans un grand bain d’eau pour être dessalée. De cette façon, la viande s’adoucit, blanchit et devient merveilleusement juteuse. La cuisson se fait en trois étapes dans des poêles en fer bombées. C’est cette « tripla frittura » qui est à la base de la délicieuse croûte croustillante qui enrobe le poisson.

Le restau typiquement romain Dar Filettaro a Santa Barbara

Le « Dar Filettaro » n’a rien d’un temple de la gastronomie, c’est au contraire un petit restaurant rustique sans fioritures _ comme le meilleur des institutions culinaires romaines, tout du moins à mon goût… Le mobilier y est plutôt simple et couvert de traces d’usure. Même l’espace dans le restaurant est restreint, et les visiteurs sont nombreux à s’asseoir sur la piazza pendant les mois estivaux. A l’intérieur comme à l’extérieur, les tables sont couvertes d’une nappe en papier. Et si le vin de la maison n’est pas à votre goût, vous pouvez toujours aller boire votre vino ailleurs. Le patron Marcello Cortesi, aux commandes depuis 1978, n’en fera pas une maladie.

Dar Filetarro Filetti di Baccala Rome

Dar Filetarro Filetti di Baccala Rome

Le chef n’est pas spécialement serviable non plus. Il reste debout au bar et jette simplement quelques regards sur sa droite. Si on lui fait signe pour commander quelque chose, il ne se déplace pas personnellement à la table, mais envoie un serveur. Il passe son temps à vérifier les factures et à compter la recette. Je lui ai demandé si je pouvais prendre une photo du bar que je trouvais fascinant. Il m’a répondu uniquement d’un petit hochement de tête, avant de détourner le regard à nouveau. Ensuite, je lui ai demandé un reçu. D’un air furibond, il m’a donné la note qui avait déjà « disparu » dans une poche de sa veste.

Dar Filetarro Filetti di Baccala Rome

Dar Filetarro Filetti di Baccala Rome

Les visiteurs rappliquent en toute saison. Sur place, les affamés peuvent aussi rester debout _ ce que beaucoup, sinon la plupart, font… _ pour ingurgiter leur délicieux poisson épicé, et donc manger sur le pouce_ c’est ça. Le filetti di baccalà est aussi apprécié en guise de collation à emporter. Il est alors emballé dans un emballage papier pratique, et son délicieux parfum donne envie de se jeter dessus à peine sorti. Il peut arriver que le service prenne un peu de temps après la commande, les filetti sortant tout juste de la poêle étant un mets très demandé.

Mais il ne s’agit pas que de poisson. Le reste de la carte est certes limité, mais irrésistible sur le plan culinaire. Les courgettes frites sont également à essayer, tout comme la salade de chicorée, les anchois servis avec du pain ou encore les haricots mijotés dans l’huile d’olive. La simplicité est le maître-mot, dans toute sa splendeur _ c’est cela. Aucunement besoin d’une ambiance sophistiquée. Ailleurs, la gastronomie romaine est chic (et chère) _ oui.

Dar Filetarro Filetti di Baccala Rome

Dar Filetarro Filetti di Baccala Rome

Si vous allez manger dans ce restaurant, prenez le temps d’aller voir la salle du fond (c’est aussi où se trouvent les toilettes). Souvent, des dîners d’affaire s’organisent autour des grandes tables, et on s’exprime en parlant fort avec les mains, et même les pieds. Le « comptoir » est lui aussi curieux et intéressant, en plus d’être typiquement italien. Ses tireuses contiennent des boissons variées, du vin et de la bière. Le modèle date vraisemblablement des années 50 ou 60.

Le poisson frit : un plat typique à commander à Dar Filettaro

Possion frit Filetti di Baccala Rome Dar Filetarro

Si vous voulez vraiment manger un plat typiquement romain, prenez le poisson frit avec une salade de puntarelle, cette dernière est du reste recommandée par le serveur. J’ai pris une salade verte « toute simple » (je ne suis pas un grand fan des anchois _ moi, si ! _), ce qui n’est d’ailleurs pas le plat typique de la maison. A peine la commande passée que l’assiette était déjà là. Attention : le poisson est brûlant, attendez un peu avant de mordre dedans ! Le poisson frit étant la spécialité de la maison, la devanture du restaurant n’indique pas « Dar Filettaro a Santa Barbara », mais simplement « Filletti di Baccalà ».

Les tarifs de la carte au restaurant romain Dar Fillettaro

Dar Filetarro Filetti di Baccala Rome Menu Carte Prix

Vous ne vous ruinerez pas en allant manger au Dar Filettaro a Santa Barbara. Le poisson frit coûte 5 €, il en va de même pour la salade. Les tarifs des boissons sont compris entre 2 € et 6 €. L’habituel « Pane e coperti » (« pain et couverts »), que l’on trouve dans de nombreux restaurants à Rome coûte ici 1 €.

Les horaires d’ouverture chez Dar Filettaro

Devenu culte au fil du temps, le restaurant est ouvert tous les jours en dehors du dimanche, de 17h30 / 18 h à 23 h. Le week-end _ il me semble que Dar Filettaro est fermé le dimanche… _, il ne faut pas venir trop tard pour espérer avoir une table libre, surtout en haute saison. Sinon, il est toujours possible de manger son poisson frit sur le pouce _ oui : c’est la pratique majoritaire… Si toutes les tables sont prises, patientez un peu. Dar Filletaro n’est pas un restaurant dans lequel on s’attarde des heures durant. On commande, on reçoit vite son assiette, on paie et on s’en va. Les tables se libèrent donc rapidement.

Accès au Filetti di Baccalà

Le restaurant se situe tout proche de la place Campo de Fiori, dans le centre de Rome. Attention : comme énoncé précédemment, il n’est pas écrit « Dar Filletaro a Santa Barbara » sur la devanture du restaurant (le nom officiel du restaurant), mais le nom de la spécialité locale proposée : « Filetti di Baccalà ».

Vous serez sûrement souvent en vadrouille dans le centre historique. Si c’est le cas, vous pouvez vous rendre au restaurant à pied sans problème. Si vous venez en bus, arrêtez-vous à la station « Largo de Torre Argentina », desservie par de nombreuses lignes (40, 46, 62, 64, 70, 81, 87, 492, 628, 918).

 

Ou le plaisir tenace du sensuel souvenir romain…

Ce lundi 24 mai 2021, Titus Curiosus – Francis Lippa

Alberto Moravia : 30 ans déjà, le 26 septembre 1990 ; un homme et un auteur d’une magnifique exigence de lucidité et liberté

30sept

Un article du Corriere della Sera _ du samedi 26 septembre dernier _ intitulé Moravia alla 30 anni dalla morte : « Scrittore indispensabile »

vient me rappeler la disparition, il y a 30 ans déjà, le 26 septembre 1990, du grand Alberto Moravia

(Rome, 28 novembre 1907 – Rome 26 septembre 1990).

et vient rafraîchir mes souvenirs tout frais

_ cf mes articles des 21 août, 22 août , 23 août, 24 août, et 19 septembre derniers :

 

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et _

de ma lecture, le mois dernier, du passionnant Piccola de Rosita Steenbeek,

que vient de traduire René de Ceccatty, aux Éditions Vendémiaire ;

et dans lequel Alberto Moravia (Alberto Pincherle) est très présent dans le récit de souvenirs de la narratrice

sous le nom d’Edoardo Pincrini.

Sans oublier, bien sûr, l’indispensable biographie d’Alberto Moravia, par René de Ceccatty,

parue aux Éditions Flammarion en 1990.

Voici cet article d’anniversaire-hommage, sous la plume d’Ida Bozzi :

Moravia a 30 anni dalla morte: «Scrittore indispensabile»

Nuovi titoli e un’eredità attuale dell’autore che visse l’Italia e la seppe interpretare _ voilà qui est magnifiquement bien vu. Antonio Debenedetti : era la cultura. Giorgio Montefoschi : giovani, leggete «La ciociara»

Moravia a 30 anni dalla morte: «Scrittore indispensabile»
Alberto Moravia (1907-1990) nella spiaggia di Sabaudia

Sono passati trent’anni, oggi _ samedi 26 septembre _, dalla morte di Alberto Moravia, testimone due volte del cambiamento dell’Italia novecentesca : una volta per averlo attraversato tutto — gli umori e le inquietudini del Paese prebellico, la fuga dopo l’8 settembre 1943 vicino a Fondi con Elsa Morante, le trasformazioni del Dopoguerra, le stagioni luminose o buie della società italiana, fino al 26 settembre 1990, quando Moravia morì — e un’altra volta per avergli dato nuovo corpo _ voilà , en son imageance singulière d’artiste extrêmement lucide ! _ in romanzi e racconti.

 Nelle immagini: i titoli di Alberto Moravia, editi da Bompiani per il trentennale: «Racconti 1927-1951» (pp. 520, euro 18)
Nelle immagini : i titoli di Alberto Moravia, editi da Bompiani per il trentennale : «Racconti 1927-1951» (pp. 520, euro 18)

In questi anni, anche per l’avvicinarsi del trentennale, sono tornate in libreria per Bompiani molte opere dello scrittore : quest’anno I racconti (1927-1954), il quinto volume delle Opere e la raccolta di scritti L’America degli estremi, che offre lo sguardo del Moravia «inviato» e poi scrittore sulla società d’Oltreoceano. Ma qual è oggi l’attualità e la forza dell’autore di Agostino, de Gli indifferenti, de Il conformista, in un Paese che non è più lo stesso del secolo scorso e in un momento storico in cui ogni equilibrio geopolitico (ma anche ogni equilibrio interiore, e Moravia fu pure un grande indagatore dell’interiorità) è mutato rispetto al Novecento ? Che cosa può incontrare, oggi, un giovane che legga le opere di Moravia (e quali) ?

«L’America degli estremi» (in libreria dal 7 ottobre, pp. 528, euro 22)
«L’America degli estremi» (in libreria dal 7 ottobre, pp. 528, euro 22)

«Se Roma è stata negli anni dopo la Seconda guerra mondiale — inizia lo scrittore Antonio Debenedetti — una capitale culturale mondiale come Londra e Parigi, si deve a Moravia e al suo modo anche fisico di esserci, di essere presente. Era presente quando si parlava di cinema, di arte, anche di musica». Debenedetti ricorda quella presenza, lo rivede nelle case romane, in cui «si entrava — racconta — e c’era Gadda vicino alla porta, Ungaretti in una stanzina più in là, e poi Moravia : ci si sentiva in mezzo agli dèi»; e rammenta l’edizione del premio Strega del 1952, «che aveva due grandi concorrenti quell’anno : Moravia e Gadda. Hanno votato Moravia, perché per tutti loro lui era, in quel momento, la cultura italiana».

 «Opere/5» (pp. 1650, euro 50). Bompiani sta preparando una serie di iniziative sull’autore in collaborazione con il Fondo Moravia
«Opere/5» (pp. 1650, euro 50). Bompiani sta preparando una serie di iniziative sull’autore in collaborazione con il Fondo Moravia

«Moravia è indispensabile — continua Debenedetti — per capire la Roma del Dopoguerra : lui è riuscito a scrivere nei suoi racconti il mutamento dei volti, delle facce delle ragazze romane, dalla Liberazione a quando, pochi anni dopo, le vedevi passare sul sedile della Vespa con i capelli al vento».
Proprio i Racconti romani (1954) restano secondo Debenedetti un testo insostituibile anche per i giovani del post-pandemia, e ne spiega il motivo : «I ragazzi di oggi, che sono impegnati ad esempio nella battaglia di questi giorni per andare a scuola, stanno comprendendo tutto quello che hanno fatto le generazioni precedenti. Si sentono impegnati contro il virus, che è come un esercito d’occupazione, che avanza con il passo dei soldati : questa generazione vuol sentirsi degna di questa battaglia, dicono : “Noi combattiamo il virus”. Questo è importantissimo : e Moravia, il Moravia dei Racconti romani, ha dato il senso di una società che muta e che deve lottare per mutare».

Sull’attualità dell’opera moraviana, lo scrittore Giorgio Montefoschi risponde, sulle prime, con una battuta : «Siamo quasi tutti non attuali, in questo momento, quindi anche Moravia…». Poi continua : «Guardandomi intorno, vedo che la letteratura di oggi è molto “commissariata”. Cioè, è attuale se nel tuo romanzo hai un commissario di pubblica sicurezza. Quindi dico : Moravia è un grande scrittore. Punto».

E per quanto riguarda il romanzo che i giovani di oggi dovrebbero leggere, Montefoschi non ha dubbi, indica in primo luogo un’intera stagione della produzione moraviana (dall’esordio nel 1929 fino al 1960) e poi si ferma con sicurezza su un titolo : «Oltre a Gli indifferenti, e a tutte le altre opere di Moravia fino a La noia, io consiglio in particolar modo la lettura de La ciociara, romanzo bellissimo cui deve molto La Storia di Elsa Morante. Perché devono leggerlo ? Perché qui i giovani possono trovare un grande racconto della guerra, la storia di questa madre e di sua figlia, trovano un’epoca che non è tanto lontana dalla nostra, e soprattutto trovano un bel romanzo. Non trovano, invece, il commissario…».

Un riche et très intéressant article,

qui marque bien l’importance, aujourd’hui, pour les Italiens et en Italie,

de l’œuvre _ tant d’essais (et d’articles) que de romans _ qu’a laissée Alberto Pincherle,

ou plutôt l’auteur qu’est devenu, par son travail inlassable d’imageance lucide, Alberto Moravia.

On aimerait bien que les médias français de 2020

offrent aux Français d’aujourd’hui, et en France,

des articles de cette lucidité-là ;

à destination, aussi, des lecteurs de journaux aujourd’hui,

et tout particulièrement ceux des jeunes générations : apprendre à vraiment mieux comprendre le présent, comme le passé _ pour mieux construire l’avenir _, est tellement capital

pour notre liberté !

Ce mercredi 30 septembre 2020, Titus Curiosus – Francis Lippa

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