_ et à moins d’un mois d’un mois de distance de la disparition, le 24 avril dernier, de l’immense Milva (Goro, 17 juillet 1939 – Milan, 23 avril 2021) _,
de Franco Battiato (Riposto, 23 mars 1945 – Milo, 18 mai 2021).
La Pantera di Goro _ Milva _, morta il 24 aprile, fu una delle muse _ voilà ! _ del maestro di Milo _ Franco Battiato. Il brano simbolo della loro collaborazione è un quadro della vita quotidiana a Berlino Est
di ENRICO CAMANZI
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Se ne sono andati a nemmeno un mese di distanza l’uno dall’altro. Franco Battiato, 76 anni, cantautore che ha saputo mescolare come nessuno la musica colta e il pop scomparso oggi e Milva, 81 anni, la magnetica chanteuse deceduta il 24 aprile scorso, furono i protagonisti di una delle collaborazioni più interessanti e fortunate degli anni ’80.
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La vita quotidiana a Berlino Est
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Il brano simbolo della loro relazione artistica è sicuramente « Alexanderplatz« , interpretazione di classe assoluta _ oui ! _ da parte di Milva che Battiato riadattò da un altro pezzo, « Valery » di Alfredo Cohen, reinterpretandolo con il suo gusto per gli arrangiamenti essenziali eppure ricchi di sfumature, che si sposa in pieno con la voce potente e ieratica di Milva. Il testo fu riscritto dal maestro di Milo e la piazza immortalata nel titolo è una delle piazze più note dell’allora Berlino Est.La canzone è un quadro della vita quotidiana nella Germania Orientale pre-caduta del muro, fra viali semideserti durante la sera, neve che cade nel silenzio e i « quattri passi fino alla frontiera« . Il brano, che divenne uno dei cavalli di battaglia di Milva, cantato sui palchi di tutto il mondo, fu inserito nell’album _ merveilleux ! _ « Milva e Dintorni« , pubblicato nel 1982, anche questo frutto della collaborazione fra Battiato – autore di tutti i testi e gli arrangiamenti – e la Pantera di Goro.
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Una relazione artistica fruttuosa
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Il disco – a cui partecipò, fra gli altri, Alberto Radius, storico chitarrista di Lucio Battisti e dei Formula 3, fu concepito a Milo, nello studio « di casa » di Battiato. Così Milva raccontò il suo impatto con la Sicilia. « Arrivai a Catania e vidi la terra così nera. Mano a mano addentrandomi verso la villa di Franco Battiato era sempre più nera – raccontò l’interprete – C’è l’Etna, certo, la polvere di lava è dovunque, però al momento non collegai, rimasi sconcertata. A un certo punto pensai che doveva essere nera persino l’acqua della piscina« . « Milva e dintorni« fu il primo album di una trilogia di album – non consecutivi – che include « Svegliando l’amante che dorme« (1989) e « Non conosco nessun Patrizio« (2010). Nella memoria rimane anche l’esibizione di Milva davanti alla Porta di Brandeburgo nel 1990, quando cantò « Alexanderplatz« poco dopo la caduta del Muro
_ en cliquant ici :Milva e Dintorni, vous accèderez au sublime podcast (de 33′) de ce merveilleux programme, qui commence par « Berlin Alexanderplatz« , et comporte aussi le non moins sublime « Poggibonsi« , de Franco Battiato…
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Avec émotion,
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ce samedi 22 mai 2021, Titus Curiosus – Francis Lippa
È MORTA MILVA, LA « ROSSA » DELLA CANZONE D’AUTORE
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DI ANNA BANDETTINI
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CANTANTE E ATTRICE, AVEVA 81 ANNI. SOFISTICATA INTERPRETE PREDILETTA DA AUTORI, REGISTI E COMPOSITORI COME STREHLER E PIAZZOLLA, BATTIATO E VANGELIS, BERIO E MORRICONE, SI È DIVISA TRA MUSICA E TEATRO. NEL 2010 AVEVA ABBANDONATO LE SCENE. MARTEDÌ LA CAMERA ARDENTE AL PICCOLO DI MILANO
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24 APRILE 2021 3 MINUTI DI LETTURA
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Nel 2010 sulla sua pagina Facebook aveva scritto una lettera bella e commovente. « Dopo cinquantadue anni di ininterrotta attività, migliaia di concerti e spettacoli teatrali sui palcoscenici di una buona metà del pianeta, dopo un centinaio di album incisi in almeno sette lingue diverse, ho deciso di mettere un punto fermo alla mia carriera (…) che credo grande e unica, non solo come cantante ma come attrice ed esecutrice musicale e teatrale (….). Ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro« .
A undici anni da quel saluto, Milva ha dato addio alla vita. La « Rossa« , come la sua famosa fulgida chioma di capelli ramati, è morta a 81 anni: da un po’ aveva perso la coscienza del tempo e della memoria, viveva nella casa di via Serbelloni, pieno centro di Milano, con la fida segretaria Edith e l’affetto incondizionato della figlia, Martina Corgnati, critica d’arte.
la camera ardente sarà allestita nel foyer del Piccolo Teatro Strehler, martedì 27 aprile, dalle 9.30 alle 13.30. I funerali seguiranno in forma strettamente privata. Lo ha comunicato il Piccolo.
Con Mina e Ornella Vanoni, è stata protagonista della musica italiana dagli anni Sessanta, ma, più irrequieta e volitiva delle colleghe, Milva ha saputo cambiare e trasformarsi, usando curiosità, bravura, versatilità per costruire una carriera unica, lunga oltre mezzo secolo, 173 album e lanciata in più direzioni, talvolta anche opposte: cantante ma anche attrice, pop a Sanremo, dove fu in gara per quindici volte – senza mai vincere (e le scaramucce non sono mancate) – engagé come interprete dei canti della Resistenza, di Bella ciao, delle Canzoni del tabarin e dei Canti della libertà ; protagonista alla Deutsche Oper di Berlino con I sette peccati capitalidi Brecht e Weill e conduttrice di Al Paradise il varietà del sabato sera, fino a diventare la sofisticata interprete prediletta di autori, registi e compositori come Giorgio Strehler e Astor Piazzolla, Franco Battiato e Vangelis, Luciano Berio ed Ennio Morricone.
Maria Ilva Biolcati era nata a Goro (e la « pantera di Goro » è stato a lungo il suo nomignolo), il 17 luglio del 1939. « A 7 anni insistevano con mia madre di farmi cantare, lei minimizzava« , ricorderà. Giovanissima, nel 61, ventiduenne timida e naif, magra e longilinea come è sempre rimasta, dotata di una estensione vocale straordinaria, approda al festival di Sanremo, dove si qualifica terza con Il mare nel cassetto.
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Addio a Milva, a Sanremo 2018 il premio alla carriera: dopo l’annuncio di Baglioni scatta l’appla
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Quello stesso anno debutta nel cinema (La bellezza d’Ippolitaaccanto a Gina Lollobrigida) e sposa Maurizio Corgnati regista televisivo, intellettuale, parecchio più anziano (« mi sentivo la sua bambina« ), un pigmalione che avrà su Milva una influenza importante, come non accadrà, dopo la separazione, con altri compagni, gli attori Mario Piave e Luigi Pistilli, il filosofo Massimo Gallerani.
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Addio a Milva, l’esibizione a Berlino nel 1990: “Alexanderplatz” davanti alla Porta di Brandeburgo
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Ha già assimilato ricchezze e successo – nel ’62 era approdata all’Olympia di Parigi – quando nel 1965 Paolo Grassi invita Milva al Piccolo a interpretare i Canti della Libertà, il primo passo di un trentennale sodalizio con Giorgio Strehler che con lei farà Io, Bertolt Brecht e poi la dirigerà in Milva canta Bertolt Brecht e in Io, Bertolt Brecht N°2 con Tino Carraro. « Strehler amava la mia umiltà. A lui devo tutto quello che so, così come a Maurizio Corgnati: mi hanno insegnato tanto e mi mancano molto« , dirà.
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Addio a Milva, nel maggio 2020 il cameo dell’artista in un videoclip collettivo sulla pandemia
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Strehler fa di Milva una delle più accreditate interpreti del repertorio brechtiano, in Italia e perfino in Germania, e la sceglierà come indimenticabile Jenny delle Spelonche nell’edizione del ’73 dell’Opera da tre soldi accanto a Domenico Modugno, che indossava i panni di Mackie Messer.
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Addio a Milva, i messaggi di cordoglio sui social: « Era la voce della cultura«
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La voce, la capacità di adeguarsi a qualsiasi genere di musica, la facilità a parlare lingue straniere fanno il resto : Milva diventa una delle grandi interpreti della musica colta e d’autore. Incanta il pubblico tedesco con i Lieder (riceverà la prestigiosa Onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania), affascina anche i francesi con la versione italiana di Milord di Edith Piaf, entra nelle hit parade con La filanda dal repertorio di Amalia Rodrigues, diventa la voce preferita di Mikis Theodorakis, senza contare le incursioni nella musica colta d’avanguardia, come quando alla Piccola Scala di Milano, interpreta il Diario dell’assassinata di Gino Negri e alla Scala La vera storia, di Luciano Berio, tratta da Calvino, con esiti trionfali tanto che replicò all’Opéra di Parigi, al Maggio Fiorentino, all’Opera di Amsterdam….
Dagli anni Ottanta prolificano le collaborazioni importanti : con un grande regista come Peter Brook (tra gli esiti c’è El tango poi curato da Filippo Crivelli), con Astor Piazzolla, Franco Battiato (gli album Milva e dintorni con la bellissima Alexanderplatz, Svegliando l’amante che dorme e l’ultimo del 2010 Non conosco nessun Patrizio), Vangelis (Dicono di me), canta Luigi Tenco, Fiorenzo Carpi, Fabrizio De André, Alda Merini, Enzo Jannacciche la avvicinò al suo surreale mondo con l’album La Rossa.
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Tra gli ultimi impegni il teatro : La Variante di Lüneburg dal libro di Paolo Maurensig e a Vienna Der Besuch der alten Dame (La visita della vecchia signora) di Durrenmatt dove recita nientemeno che in lingua tedesca. Infine, nel 2018 il Festival di Sanremo di Claudio Baglioni le assegna il premio alla carriera e nel ringraziamento letto dalla figlia Martina sul palco dell’Ariston, Milva si rivolge ai giovani : « La musica spazza via la polvere dalla vita e dall’anima degli uomini. Ma perché questo accada bisogna studiare e attingere dal passato« . E il « passato » che Milva lascia è nel segno del coraggio, di quando cantava, prima che si parlasse dei femminicidi, la femminilità negata in Sono felice o Uomini addosso, un grido contro la violenza contro le donne.
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Bien peu de voix,
et d’art de la diction,
me touch(ai)ent si profondément autant que les siens.
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Et lors de voyages en Italie,
je me mettais en recherche de quelques uns de ses CDs, si mal diffusés _ indisponibles en France…
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Très vite,
j’ai pu trouver sur youtube des aliments un peu substantiels pour combler mon désir de la ré-entendre,
en attendant de rechercher les quelques CDs que j’ai d’elle,
bien cachés en quelques recoins de ma discothèque…
Puis je suis tombé sur ce chef d’œuvre bouleversant qu’est l’album de 1982 intitulé Milva e Dintorni(à cliquer aussi !), sur de somptueuses chansons de Franco Battiato…
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En voici le texte de celle qui est peut-être ma préférée : « Poggibonsi » :
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Poggibonsi è stata evacuata e Gerusalemme liberata ! Poggibonsi è stata evacuata e Gerusalemme liberata… Nei rari giorni di libera uscita aspettavamo sotto dei fanali, le case sembravano deserte tutte uguali a caserme, quel giorno ci sorprese il capitano : « Fate qualcosa per distrarli un poco… »
Cantare per non morire, cantare, eh eh…
Poggibonsi è stata evacuata e Gerusalemme liberata ! Poggibonsi è stata evacuata e Gerusalemme liberata…
Il primo giorno di convalescenza vendemmo un accendino marocchino a soldati che stavano seduti in un locale da ballo, che voglia avevo di mandare a casa lo zucchero e il caffè a mercato nero…
Cantare per non morire, cantare, eh eh…
Poggibonsi è stata evacuata e Gerusalemme liberata… L’ultimo giorno di liberazione vedemmo i gerriglieri del Bengala sfilare come bellezze al bagno a Cesenatico, che voglia avevo di tornare a casa per ridere e scherzare come un tempo…
Cantare per non morire, cantare, eh eh…
Poggibonsi è stata evacuata e Gerusalemme liberata ! Poggibonsi è stata evacuata e Gerusalemme liberata…
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Ce dimanche 25 avril 2021, Titus Curiosus – Francis Lippa