Adieu à Bernardo Bertolucci, artiste cinéaste solaire
C’est avec une très vive émotion
que j’apprends à l’instant
le décès de Bernardo Bertolucci,
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artiste cinéaste solaire.
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Prima della Rivoluzione,
vu au cinéma Capîtole à Bordeaux lors de sa sortie en France,
m’avait profondément bouleversé,
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et je me souviendrai toujours
d’Adriana Asti,
interprétant Gina,
dont était épris le protagoniste parmesan…
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J’ai suivi avec la plus grande attention le fil entier de sa filmographie
dont le puissamment marquant Le Conformiste,
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avec une affection toute spéciale pour
La Luna,
et son regard éblouissant sur une Rome africaine solaire _ avec ses ombres, aussi, forcément _,
et son usage du bouleversant Soave sia il vento,
de Cosi fan tutte… ;
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La Luna,
un film analysé en détails avec passion avec mes élèves…
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Bernardo Bertolucci
(Casarola, 16 mars 1941 – Rome 26 novembre 2018)
fut marqué
par la poésie de son père Attilio Bertolucci
(Parme, 18 novembre 1911 – Rome, 14 juin 200),
et par l’art de Pasolini
(Quartiere Santo Stefano, 5 mars 1922 – Ostie, 2 novembre 1975),
qui fut son mentor en cinéma…
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La Reppublica lui consacre à l’instant un beau dossier d’hommage,
que voici :
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È morto Bernardo Bertolucci, l’ultimo grande maestro del Novecento
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È morto Bernardo Bertolucci, l’ultimo grande maestro del Novecento
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Il regista aveva 77 anni.
Ha attraversato la storia del cinema mondiale con capolavori come ‘Novecento‘ e ‘Ultimo tango‘.
‘L’ultimo imperatore‘ ha vinto nove Oscar, compreso miglior regia e sceneggiatura
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di IRENE BIGNARDI
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Bertolucci racconta Ultimo tango e Novecento : « Il cinema della trasgressione »
Il figlio del poeta e la natia Parma
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Bernardo Bertolucci, in queste avventure e capovolgimenti era sempre lì, da protagonista o da testimone del secolo. Così italiano e così internazionale. Così sofisticato e così nazional-popolare. Così letterario e così visuale. E non si può non restare stupefatti di fronte a una vicenda umana e a una carriera cinematografica che si sono aperte nell’Appennino di Casarola di Parma, la casa di famiglia dei Bertolucci, e hanno percorso le strade del mondo per viaggiare sempre, però, nello Zeitgeist, nello spirito del tempo, quello spirito che Bernardo, con antenne da vero artista, ha saputo identificare, interpretare, raccontare. Della favola, a tratti amara, sempre avventurosa che è stata la vita di Bernardo Bertolucci, ricordiamo l’inizio veramente da favola.
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Quando il bel ragazzo ventenne, figlio di un grande poeta come Attilio Bertolucci, amico di Pier Paolo Pasolini, amato da Moravia, vicino a Elsa Morante, a Cesare Garboli, a Enzo Siciliano, a Dacia Maraini, vince a vent’anni il Premio Viareggio per la poesia con Il cerca del mistero. Da questo laboratorio culturale – in cui a tempo debito si muoveranno anche la sua bella moglie inglese Clare People e il fratello più giovane di Bernardo, Giuseppe -, dalla tradizione letteraria e musicale della sua natia Parma, discendono, oltre all’amore di Bernardo Bertolucci per i testi letterari, il gusto per il melodramma, l’amore per le scene madri, l’approccio mitico e popolare, la tendenza postmoderna a costruire con materiali preesistenti – quelli che, direbbe Violeta Parra, formano il suo canto. E quindi, su una filmografia di sedici film, a realizzare ben cinque film di origine schiettamente letteraria pur restando un autore straordinariamente visivo.
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Bertolucci si racconta al Bif&st : « Quando scambiai Pasolini per un ladro«
L’incontro con PPP e la nascita della Nouvelle Vague italiana
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‘Ultimo tango a Parigi‘, in sala la versione restaurata – trailer
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Tra il ’68 e Ultimo Tango
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Nel fatidico ’68 Bertolucci gira un film tipicamente sessantottino, Partner. Poi nel 1970, per la Rai, quello che all’epoca colpì tutti come un piccolo, sofisticato gioiello, Strategia del ragno, ispirato a Borges. Per darci nel 1970, ancora, quello che resta forse il suo film più compiuto, maturo, personale, Il conformista, che trasforma ed è al tempo stesso fedele al testo di Moravia. Un film che se non riuscì all’epoca a farsi amare dal pubblico italiano, di nuovo venne amato dalla Kael, che lo definì « un’esperienza sontuosa, emotivamente piena« – e che a tutt’oggi di Bertolucci resta il film più riuscito, concluso, coerente.
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rep
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Ma il fenomeno internazionale B.B. esplode con Ultimo tango a Parigi, e la complessa vicenda giudiziaria/ censoria che seguì, e che rende difficile giudicare il film fuori dal suo contesto di scandalo. Uno scandalo paragonato dalla solita Kael allo shock culturale prodotto da Le sacre du printemps. E il fatto che Bernardo Bertolucci ogni tanto sia ritornato sulle sue responsabilità (o meglio sarebbe dire sulla sua irresponsabilità) nell’imporre scene e atmosfere brutali a Maria Schneider, non fa che rinnovare negli anni lo shock prodotto a suo tempo e a rendere più difficile un giudizio. Che all’epoca a taluni è sembrato semplice: intense le scene in interni, con un superbo Marlon Brando invecchiato e dolente, imbarazzanti le parti con Schneider e Leaud, appassionante (nonché discutibile) il tema della trasgressione e del sesso come unico valore.
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rep
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L’ultimo Bertolucci dal Té nel deserto a Io e te
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Tornato in Italia dopo un lungo periodo a Londra, sua seconda patria, Bertolucci, con Io ballo da sola, da un racconto di Susan Minot, esalta la bellezza del Chiantishire e il piacere di vivere « dopo » la rivoluzione. Con Il té nel deserto (1990) riscopre l’opera di Paul Bowles e il mondo tragico ed elegante degli “expat”. Quindi si muove, nel 1993, verso il Nepal, per raccontare la storia di Piccolo Buddha e aprire alle culture orientali. Nel 1996, tornato a Roma, dirige tutto in interni la storia di un’ossessione amorosa, L’assedio. Mentre nel 2003 ritorna all’amato, mitico ’68 con la storia di tre ragazzi che intrecciano scoperte erotiche, politica e cinefilia in The Dreamers, un film di scoperto voyeurismo e di scoperta nostalgia che per molti versi riconduce alle atmofere di Ultimo tango. Ma la malattia che da anni lo assedia, sta avendo il sopravvento. Bertolucci non riesce a « montare » il suo Gesualdo da Venosa, un film a cui pensa da tempo. Gli restano le storie intime e private, e gira, praticamente sotto casa, un intenso incontro scontro tra fratello e sorella in Io e te ( 2012), dal romanzo di Niccolò Ammaniti. È la fine della bella favola. Ma Bernardo Bertolucci, il ragazzo poeta, il regista, la star, il premio Oscar, se ne va lasciando un segno che resta.
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Ce lundi 26 novembre 2018, Titus Curiosus – Francis Lippa
Tags: Adriana Asti, Alberto Moravia, Attilio Bertolucci, Bernardo Bertolucci, Borges, Cesare Garboli, Dacia Maraini, Dominique Sands, Elsa Morante, Enzo Siciliano, Gerard Depardieu, Gesualdo da Venosa, Jean-Louis Trintignant, Marco Bellochio, Maria Schneider, Marlon Brando, Niccolo Ammanati, Pauline Kael, Pier Paolo Pasolini, Robert De Niro, Roberto Rosselini, Stefania Sandrelli, Susan Minot, Ugo Tognazzi, Violeta Parra