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En hommage à Franco Battiato et Milva, décédés à moins d’un mois de distance ; et à l’Italie que nous aimons…

22mai

Je découvre, ce jour, le décès, le 18 mai,

_ et à moins d’un mois d’un mois de distance de la disparition, le 24 avril dernier, de l’immense Milva (Goro, 17 juillet 1939 – Milan, 23 avril 2021) _,

de Franco Battiato (Riposto, 23 mars 1945 – Milo, 18 mai 2021).

Cf cet article de Il Giorno,

intitulé « Franco Battiato e Milva, scomparsi a un mese di distanza: « Alexanderplatz » e la Sicilia » :

Franco Battiato e Milva, scomparsi a un mese di distanza: « Alexanderplatz » e la Sicilia

La Pantera di Goro _ Milva _, morta il 24 aprile, fu una delle muse _ voilà ! _ del maestro di Milo _ Franco Battiato. Il brano simbolo della loro collaborazione è un quadro della vita quotidiana a Berlino Est

di ENRICO CAMANZI

Se ne sono andati a nemmeno un mese di distanza l’uno dall’altro. Franco Battiato, 76 anni, cantautore che ha saputo mescolare come nessuno la musica colta e il pop scomparso oggi e Milva, 81 anni, la magnetica chanteuse deceduta il 24 aprile scorso, furono i protagonisti di una delle collaborazioni più interessanti e fortunate degli anni ’80.

La vita quotidiana a Berlino Est

Il brano simbolo della loro relazione artistica è sicuramente « Alexanderplatz« , interpretazione di classe assoluta _ oui ! _ da parte di Milva che Battiato riadattò da un altro pezzo, « Valery » di Alfredo Cohen, reinterpretandolo con il suo gusto per gli arrangiamenti essenziali eppure ricchi di sfumature, che si sposa in pieno con la voce potente e ieratica di Milva. Il testo fu riscritto dal maestro di Milo e la piazza immortalata nel titolo è una delle piazze più note dell’allora Berlino Est.La canzone è un quadro della vita quotidiana nella Germania Orientale pre-caduta del muro, fra viali semideserti durante la sera, neve che cade nel silenzio e i « quattri passi fino alla frontiera« . Il brano, che divenne uno dei cavalli di battaglia di Milva, cantato sui palchi di tutto il mondo, fu inserito nell’album _ merveilleux !« Milva e Dintorni« , pubblicato nel 1982, anche questo frutto della collaborazione fra Battiato – autore di tutti i testi e gli arrangiamenti – e la Pantera di Goro.

Una relazione artistica fruttuosa

Il disco – a cui partecipò, fra gli altri, Alberto Radius, storico chitarrista di Lucio Battisti e dei Formula 3, fu concepito a Milo, nello studio « di casa » di Battiato. Così Milva raccontò il suo impatto con la Sicilia. « Arrivai a Catania e vidi la terra così nera. Mano a mano addentrandomi verso la villa di Franco Battiato era sempre più nera – raccontò l’interprete – C’è l’Etna, certo, la polvere di lava è dovunque, però al momento non collegai, rimasi sconcertata. A un certo punto pensai che doveva essere nera persino l’acqua della piscina« . « Milva e dintorni«  fu il primo album di una trilogia di album – non consecutivi – che include « Svegliando l’amante che dorme«  (1989) e « Non conosco nessun Patrizio«  (2010). Nella memoria rimane anche l’esibizione di Milva davanti alla Porta di Brandeburgo nel 1990, quando cantò « Alexanderplatz«  poco dopo la caduta del Muro

_ en cliquant ici : Milva e Dintorni, vous accèderez au sublime podcast (de 33′) de ce merveilleux programme, qui commence par « Berlin Alexanderplatz« , et comporte aussi le non moins sublime « Poggibonsi« , de Franco Battiato… 

Avec émotion,

ce samedi 22 mai 2021, Titus Curiosus – Francis Lippa

« E morta Milva » : grande peine de la disparition d’une si extraordinairement émouvante chanteuse…

25avr

Ce matin,

en accomplissant ma prière laïque matinale de lectures, sur le Net, des journaux _ y compris étrangers : ici, la Repubblica… _,

je suis bouleversé d’apprendre tout soudain le décès de l’immense chanteuse Milva :

È morta Milva, la « Rossa » della canzone d’autore.


MILVA 

È MORTA MILVA, LA « ROSSA » DELLA CANZONE D’AUTORE

CANTANTE E ATTRICE, AVEVA 81 ANNI. SOFISTICATA INTERPRETE PREDILETTA DA AUTORI, REGISTI E COMPOSITORI COME STREHLER E PIAZZOLLA, BATTIATO E VANGELIS, BERIO E MORRICONE, SI È DIVISA TRA MUSICA E TEATRO. NEL 2010 AVEVA ABBANDONATO LE SCENE. MARTEDÌ LA CAMERA ARDENTE AL PICCOLO DI MILANO

24 APRILE 2021 3 MINUTI DI LETTURA

Nel 2010 sulla sua pagina Facebook aveva scritto una lettera bella e commovente. « Dopo cinquantadue anni di ininterrotta attività, migliaia di concerti e spettacoli teatrali sui palcoscenici di una buona metà del pianeta, dopo un centinaio di album incisi in almeno sette lingue diverse, ho deciso di mettere un punto fermo alla mia carriera (…) che credo grande e unica, non solo come cantante ma come attrice ed esecutrice musicale e teatrale (….). Ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro« .

A undici anni da quel saluto, Milva ha dato addio alla vita. La « Rossa« , come la sua famosa fulgida chioma di capelli ramati, è morta a 81 anni: da un po’ aveva perso la coscienza del tempo e della memoria, viveva nella casa di via Serbelloni, pieno centro di Milano, con la fida segretaria Edith e l’affetto incondizionato della figlia, Martina Corgnati, critica d’arte.

la camera ardente sarà allestita nel foyer del Piccolo Teatro Strehler, martedì 27 aprile, dalle 9.30 alle 13.30. I funerali seguiranno in forma strettamente privata. Lo ha comunicato il Piccolo.

Con Mina e Ornella Vanoni, è stata protagonista della musica italiana dagli anni Sessanta, ma, più irrequieta e volitiva delle colleghe, Milva ha saputo cambiare e trasformarsi, usando curiosità, bravura, versatilità per costruire una carriera unica, lunga oltre mezzo secolo, 173 album e lanciata in più direzioni, talvolta anche opposte: cantante ma anche attrice, pop a Sanremo, dove fu in gara per quindici volte – senza mai vincere (e le scaramucce non sono mancate) – engagé come interprete dei canti della Resistenza, di Bella ciao, delle Canzoni del tabarin e dei Canti della libertà ; protagonista alla Deutsche Oper di Berlino con I sette peccati capitali di Brecht e Weill e conduttrice di Al Paradise il varietà del sabato sera, fino a diventare la sofisticata interprete prediletta di autori, registi e compositori come Giorgio Strehler e Astor Piazzolla, Franco Battiato e Vangelis, Luciano Berio ed Ennio Morricone.

Maria Ilva Biolcati era nata a Goro (e la « pantera di Goro » è stato a lungo il suo nomignolo), il 17 luglio del 1939. « A 7 anni insistevano con mia madre di farmi cantare, lei minimizzava« , ricorderà. Giovanissima, nel 61, ventiduenne timida e naif, magra e longilinea come è sempre rimasta, dotata di una estensione vocale straordinaria, approda al festival di Sanremo, dove si qualifica terza con Il mare nel cassetto.

Addio a Milva, a Sanremo 2018 il premio alla carriera: dopo l’annuncio di Baglioni scatta l’appla

Quello stesso anno debutta nel cinema (La bellezza d’Ippolita accanto a Gina Lollobrigida) e sposa Maurizio Corgnati regista televisivo, intellettuale, parecchio più anziano (« mi sentivo la sua bambina« ), un pigmalione che avrà su Milva una influenza importante, come non accadrà, dopo la separazione, con altri compagni, gli attori Mario Piave e Luigi Pistilli, il filosofo Massimo Gallerani.

Addio a Milva, l’esibizione a Berlino nel 1990: “Alexanderplatz” davanti alla Porta di Brandeburgo

Ha già assimilato ricchezze e successo – nel ’62 era approdata all’Olympia di Parigi – quando nel 1965 Paolo Grassi invita Milva al Piccolo a interpretare i Canti della Libertà, il primo passo di un trentennale sodalizio con Giorgio Strehler che con lei farà Io, Bertolt Brecht e poi la dirigerà in Milva canta Bertolt Brecht e in Io, Bertolt Brecht N°2 con Tino Carraro. « Strehler amava la mia umiltà. A lui devo tutto quello che so, così come a Maurizio Corgnati: mi hanno insegnato tanto e mi mancano molto« , dirà.

Addio a Milva, nel maggio 2020 il cameo dell’artista in un videoclip collettivo sulla pandemia

Strehler fa di Milva una delle più accreditate interpreti del repertorio brechtiano, in Italia e perfino in Germania, e la sceglierà come indimenticabile Jenny delle Spelonche nell’edizione del ’73 dell’Opera da tre soldi accanto a Domenico Modugno, che indossava i panni di Mackie Messer.

Addio a Milva, i messaggi di cordoglio sui social: « Era la voce della cultura« 

La voce, la capacità di adeguarsi a qualsiasi genere di musica, la facilità a parlare lingue straniere fanno il resto : Milva diventa una delle grandi interpreti della musica colta e d’autore. Incanta il pubblico tedesco con i Lieder (riceverà la prestigiosa Onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania), affascina anche i francesi con la versione italiana di Milord di Edith Piaf, entra nelle hit parade con La filanda dal repertorio di Amalia Rodrigues, diventa la voce preferita di Mikis Theodorakis, senza contare le incursioni nella musica colta d’avanguardia, come quando alla Piccola Scala di Milano, interpreta il Diario dell’assassinata di Gino Negri e alla Scala La vera storia, di Luciano Berio, tratta da Calvino, con esiti trionfali tanto che replicò all’Opéra di Parigi, al Maggio Fiorentino, all’Opera di Amsterdam….

Dagli anni Ottanta prolificano le collaborazioni importanti : con un grande regista come Peter Brook (tra gli esiti c’è El tango poi curato da Filippo Crivelli), con Astor Piazzolla, Franco Battiato (gli album Milva e dintorni con la bellissima Alexanderplatz, Svegliando l’amante che dorme e l’ultimo del 2010 Non conosco nessun Patrizio), Vangelis (Dicono di me), canta Luigi Tenco, Fiorenzo Carpi, Fabrizio De André, Alda Merini, Enzo Jannacciche la avvicinò al suo surreale mondo con l’album La Rossa.

Tra gli ultimi impegni il teatro : La Variante di Lüneburg dal libro di Paolo Maurensig e a Vienna Der Besuch der alten Dame (La visita della vecchia signora) di Durrenmatt dove recita nientemeno che in lingua tedesca. Infine, nel 2018 il Festival di Sanremo di Claudio Baglioni le assegna il premio alla carriera e nel ringraziamento letto dalla figlia Martina sul palco dell’Ariston, Milva si rivolge ai giovani : « La musica spazza via la polvere dalla vita e dall’anima degli uomini. Ma perché questo accada bisogna studiare e attingere dal passato« . E il « passato » che Milva lascia è nel segno del coraggio, di quando cantava, prima che si parlasse dei femminicidi, la femminilità negata in Sono felice o Uomini addosso, un grido contro la violenza contro le donne.

Bien peu de voix,

et d’art de la diction,

me touch(ai)ent si profondément autant que les siens.

Et lors de voyages en Italie,

je me mettais en recherche de quelques uns de ses CDs, si mal diffusés _ indisponibles en France…

Très vite,

j’ai pu trouver sur youtube des aliments un peu substantiels pour combler mon désir de la ré-entendre,

en attendant de rechercher les quelques CDs que j’ai d’elle,

bien cachés en quelques recoins de ma discothèque… 

Ainsi suis-je tombé d’abord sur ce premier volume (de 37′ 30) d’un merveilleux double album intitulé  : Lieder Zwischen Zwei Kriegen Canzoni fra le due guerre (à cliquer !), de 1994… 

Puis je suis tombé sur ce chef d’œuvre bouleversant qu’est l’album de 1982 intitulé Milva e Dintorni (à cliquer aussi !), sur de somptueuses chansons de Franco Battiato…

En voici le texte de celle qui est peut-être ma préférée : « Poggibonsi » :

Poggibonsi è stata evacuata
e Gerusalemme liberata !
Poggibonsi è stata evacuata
e Gerusalemme liberata…
Nei rari giorni di libera uscita
aspettavamo sotto dei fanali,
le case sembravano deserte
tutte uguali a caserme,
quel giorno ci sorprese il capitano :
« Fate qualcosa per distrarli un poco… »

Cantare per non morire,
cantare, eh eh…

Poggibonsi è stata evacuata
e Gerusalemme liberata !
Poggibonsi è stata evacuata
e Gerusalemme liberata…

Il primo giorno di convalescenza
vendemmo un accendino marocchino
a soldati che stavano seduti
in un locale da ballo,
che voglia avevo di mandare a casa
lo zucchero e il caffè a mercato nero…

Cantare per non morire,
cantare, eh eh…

Poggibonsi è stata evacuata
e Gerusalemme liberata…
L’ultimo giorno di liberazione
vedemmo i gerriglieri del Bengala
sfilare come bellezze
al bagno a Cesenatico,
che voglia avevo di tornare a casa
per ridere e scherzare come un tempo…

Cantare per non morire,
cantare, eh eh…

Poggibonsi è stata evacuata
e Gerusalemme liberata !
Poggibonsi è stata evacuata
e Gerusalemme liberata…

Ce dimanche 25 avril 2021, Titus Curiosus – Francis Lippa

Un début de portrait de Paul Bonopéra, en son avis de décès paru le 20 janvier 1916, dans Le Progrès d’Orléansville

11mar

Pour commencer à nous faire une petite idée de la personnalité de Paul Bonopéra _ Miliana, 1er octobre 1856 – Orléansville, 18 janvier 1916 _,

voici la teneur, presque entière, de l’avis de son décès, survenu à Orléansville le mardi 18 janvier 1916, tel qu’il a été publié par Le Progrès d’Orléansville, le jeudi 20 janvier suivant :

« Mardi soir, notre ami Paul Bonopéra, qui la veille encore était des nôtres plein de bonhomie, a succombé des suites d’une cruelle maladie ; la nouvelle se répandait en ville en y provoquant l’émotion la plus vive.

Bonopéra s’était créé dans notre cité, par sa nature droite, par son ferme bon sens, par son travail opiniâtre, des amitiés franches et solides. Le destin aveugle s’est plu à l’arracher brutalement à l’affection de son épouse et de ses enfants, dont la douleur ne supporte pas d’atténuation.

Sur sa tombe, M. Louis Clément, maire, prononça quelques paroles sur la vie pleine de labeur de Bonopéra. Il dit combien est pénible pour le chef de la municipalité de saluer l’excellent homme dont nous avons apprécié la belle humeur, la parfaite loyauté et une compétence d’un précieux concours.

Après avoir rappelé les dix années du défunt au conseil municipal, M. Clément s’exprima ainsi. Nous n’oublierons pas à l’hôtel de ville le bon collègue, le bon camarade, enlevé trop tôt à notre amitié ; et je suis l’interprète de tous ceux qui ont connu notre collègue, en disant nos regrets, en exprimant à sa veuve et à sa famille, l’hommage de nos sentiments attristés.

Le Progrès prie sa veuve, ses enfants, ainsi que toutes les familles que cette mort met en deuil, d’agréer l’assurance de ses condoléances profondément émues et sincèrement attristées .« 

À comparer avec la sévère sobriété _ plutôt questionnante _ du communiqué de « Remerciements » publié par la famille du défunt, une semaine plus tard, le 27 janvier, toujours sur Le Progrès d’Orléansville :

« Madame Veuve Bonopéra, ses enfants et leurs familles remercient bien sincèrement les personnes qui leur ont témoigné leur sympathie à l’occasion du décès de

Monsieur Paul BONOPERA

décédé à Orléansville le 18 janvier 1916, à l’âge de 60 ans« … 

Dès l’année 1903,

le nom de Bonopéra apparaissait dans la chronique orléansvilloise du quotidien des jours de la cité, dans l’édition du 23 juillet 1903,

avec, cité dans le Palmarès de la fin d’année scolaire 1902-1903 de l’Ecole de garçons, pour la 1ère classe, celle de 2ème année du cours complémentaire, le nom de « Julien Bonopéra » _ il a 16 ans _ ;

et deux ans plus tard, le 2 novembre 1905, et toujours à propos du jeune Julien Bonopéra, ce bref avis-ci : « Examen des Postes et Télégraphes du cadre algérien : Julien Bonopéra, fils de M. Bonopéra, propriétaire à Orléansville : nommé commis stagiaire à Orléansville, après deux mois d’instruction à Alger »

Plus tard, on peut remarquer les trois élections successives, en 1907, 1908 et 1912, de M. Paul Bonopéra comme conseiller municipal d’Orléansville :

_ le 17 juillet 1907, lors d’élections municipales complémentaires pour 6 postes à pourvoir, est notamment élu Paul Bonopéra (51 ans).

_ l’année suivante, dès le premier tour du 7 mai 1908, sont élus 19 des membres de la liste républicaine de M. Paul Robert ;

sur 476 suffrages exprimés, Paul Robert, le mieux élu, obtient 470 voix ; Louis Clément le suit, avec 433 voix ; et immédiatement après _ troisième mieux élu des 19 de ce premier tour _ Paul Bonopéra, 423 voix.

Je remarque, au passage, que Emile Wachter, qui s’était présenté, a obtenu 97 voix, et n’a pas été élu.

Les deux derniers sièges, en ballottage, seront pourvus au second tour, le dimanche suivant.

_ aux élections municipales du 12 mai 1912, la liste républicaine conduite par M. Joseph Robert, banquier, sera élue en entier dès le premier tour.

Sur 652 votants, Joseph Robert obtient 406 voix ; M. Paul Bonopéra, propriétaire, 397 ; et M. Ramon Sanchez, propriétaire, 393…

Sans commentaire.

Ce jeudi 11 mars 2021, Titus Curiosus – Francis Lippa

Suite de la poursuite de la recherche d’indices de filiations et d’apparentements parmi le réseau des constellations familiales autour des Ducos du Hauron d’Algérie…

11jan

Ce lundi, j’ai continuité ma relecture exhaustive de mes cahiers de notes, afin de découvrir, peut-être en les reliant à d’autres indices, de nouveaux indices m’aidant à mieux percevoir les filiations inernes à la famille Ducos du Hauron d’Algérie, un peu en amont, et surtout en aval, du couple formé par Amédée Ducos du Hauron et son épouse Marie-Louise Rey _ famille dont font partie intégrante certains Rey et certains Gentet ; puis, à partir d’Eveline, les Ducros… _ ;

ainsi que le réseau un peu complexe de leurs apparentements à des familles alliées, au premier rang desquelles les Gadel ; mais aussi, à partir de ces Gadel, les Charavel, les Ferrand et les Bure, pour reprendre le faire-part de décès de Madame Henri Ducros, née Eveline Ducos du Hauron, paru dans L’Écho d’Alger du 2 janvier 1939 _ un faire-part de décès décidément crucial pour cette recherche…

Et, en cette relecture du massif de mes notes, j’ai retrouvé une intéressante très brève mention, dans L’Écho d’Alger du 19 novembre 1919, de l’attribution d’une bourse (de 200 francs) à Edmée Ducos du Hauron, à l’École Primaire Supérieures de filles d’Alger.

C’est là la seconde _ mais aussi, jusqu’ici du moins, ultime rencontrée _ mention de cette petite Edmée Ducos du Hauron qui tombe de sous mes yeux, après celle, parue _ avec juste deux mois  de retard sur l’événement… _ dans Le Progrès d’Orléansville du 8 septembre, annonçant la naissance de l’enfant, à Lamartine, le 8 juillet 1904 : la petite Edmée, fille de l’administrateur-adjoint de Lamartine…

Plus de mention d’Edmée après ce 19 novembre 1919 _ Edmée avait alors, et à Alger, 15 ans… _ :

Il me semble pouvoir en déduire que Edmée,

probablement vivante encore au moment de l’article de L’Écho d’Alger (du 4 mars 1927), évoquant, à l’occasion d’une exposition des Anaglyphes de l’oncle Louis Ducos du Hauron au Casino d’Alger, la condition matériellement difficile de son neveu Amédée, désormais retraité de la fonction publique et retiré au village de Rébeval, qui avait encore la charge d’une famille de cinq enfants,

était très probablement décédée lors des décès de sa sœur aînée Eveline _ à la toute fin décembre 1938 _, de son père Amédée _ le 15 juillet 1935 _, et de sa mère Marie-Louise _ le 20 septembre 1933…

Edmée Ducos du Hauron serait donc décédée entre le 4 mars 1927 et le 20 septembre 1933.

Ce lundi 11 janvier 2021, Titus Curiosus – Francis Lippa

Deux filles de Raymond de Bercegol, l’une née à Bélaye en 1899 et l’autre à Joinville-le-Pont en 1910 ; et toutes deux décédées en 1912 : l’aînée au domicile de son père, à Joinville-le-Pont ; et la cadette à l’Hôpital Marie de Lannelongue, dans le 13e arrondissement de Paris…

10déc

Poursuivant mes recherches à propos de Raymond Camille Marie de Bercegol,

le très actif neveu _ fils de Berthe Ducos, la sœur d’Alcide et de Louis _ de Louis Ducos du Hauron,

dans les archives d’État-Civil accessibles de la commune de Joinville-le-Pont,

je viens de découvrir, l’année 1912, les décès successifs de deux filles de Raymond de Bercegol _ il avait donc eu des enfants : au moins ces deux filles… _ :

d’une part, Marie Henriette de Bercegol,

décédée le 15 novembre 1912 à Joinville-le Pont, au domicile de son père Raymond de Bercegol, 26 route de Brie _ déclaré alors de profession « chimiste«  _ ;

l’enfant était née le 16 janvier 1899 à Bélaye, du premier mariage de Raymond, avec sa cousine Émérancie David _ elle-même décédée au château de Floyras, à Bélaye, le 31 octobre 1905 _ ;

et Simone Camille Jeanne Marie de Bercegol,

décédée le 7 septembre 1912, à Joinville-le Pont, 108 Avenue d’Ivry _ et le décès ayant été déclaré le 28 novembre seulement : voilà qui pose des questions… : il s’avère, en effet, que ce n’est pas à Joinvillle-Pont qu’est décédée l’enfant, mais au 108 avenue d’Ivry, dans le 13e arrondissement de Paris, c’est-dire, en recherchant un peu, à l’Hôpital Marie de Lannelongue, un hôpital inauguré en 1910… Et, d’autre part, j’ignore toujours les raisons (administratives ?) qui ont conduit à cette transcription de l’acte du décès survenu à Paris, sur les registres de décès de la commune de Joinville-le-Pont… _ ;

l’enfant était née le 13 mars 1910 à Joinville-le Pont, du second mariage de Raymond de Bercegol _ désormais déclaré de profession « chimiste«  _, avec Marguerite Yvonne Marinier.

En revanche,

_ et alors que ne sont pas accessibles en ligne pour le moment, les registres de décès à Joinville-le-Pont des années 1913 à 1916 _,

je n’ai encore rien découvert _ mais il faut continuer à chercher, et avec méthode… _ concernant de possibles décès en cette commune de Joinville-le-Pont

de Raymond de Bercegol lui-même _ quand et où est décédé cet homme né le 4 février 1869 à Lamothe-Landerron (Gironde) ? En novembre 1912, Raymond de Bercegol est âgé seulement de 43 ans… Et d’autre part, le chimiste qui s’est défait, en 1901-1902, des droits de l’aapareil photographique « Sinnox«  a forcément été affecté par le devenir, en 1912, des usines Jougla de Joinville-le-Pont ; le 1er avril 1911, déjà, les entreprises Lumière (de Lyon) et Jougla (de Joinville-le-Pont) avaient fusionné, et les frères Lumière avaient « lancé«  les appareils-photo de la marque Lumière, entraînant l’abandon de la fabrication des plaques « Omnicolore«  dont Raymond Bercegol, avec son oncle Louis Ducos du Hauron, avait conçu l’ingénieux procédé… _,

pas davantage que de sa mère Berthe Ducos _ en novembre 1912, et si elle vivait encore, Berthe, née le 23 janvier 1842 à Libourne, était âgée, elle, de 70 ans… _

pourtant déclarée résidant chez son fils, 17 Avenue Pauline à Joinville-le-Pont, dans l’acte du mariage de Raymond de Bercegol avec sa seconde épouse Marguerite Yvonne Marinier, dressé à Joinville-le-Pont le 4 juin 1907,

dans les registres des décès des années 1907 à 1922 _ à l’exception de ceux, qui n’ont pas encore été mis en ligne, des années 1913, 1914, 1915 et 1916…

La recherche continue ;

elle doit, forcément, être patiente, et la plus exhaustive possible…

À suivre, donc…

Ce jeudi 10 décembre 2020, Titus Curiosus – Francis Lippa

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